7 insegnamenti dello yoga
- Bianca Pasquinelli
- 12 ago 2023
- Tempo di lettura: 5 min
Aggiornamento: 11 dic 2023
Se pratichiamo yoga già da un po’ di tempo, o se abbiamo appena iniziato, molto probabilmente ci saremo accorti che, dentro e fuori di noi, qualcosa è cambiato. Non solo nel nostro corpo, ma anche in altri aspetti più sottili, e magari anche nella nostra vita quotidiana. Lo yoga, infatti, lavora sul corpo per andare oltre il corpo. Ho stilato quindi una lista di quelli che sono secondo me gli insegnamenti più importanti della disciplina yoga; insegnamenti che ci aiutano ad affrontare la vita di tutti i giorni con maggiore serenità, gioia e positività.
CONCENTRAZIONE. La pratica è un invito a stare nell’hic et nunc, nel qui e ora. Integrando la consapevolezza dei movimenti fisici e la sincronizzazione del respiro, la capacità di attenzione della mente diviene attiva e non le si permette di vagare tra tensione e stress. Sviluppando la concentrazione, la nostra mente si fa silenziosa: si crea uno spazio in cui smettiamo di parlare con noi stessi, di fantasticare, e diventiamo consapevoli del momento presente, di ciò che si sente e percepisce. Improvvisamente ci accorgiamo che il passato e il futuro sono scomparsi. E scompare anche la differenza tra il soggetto e l’oggetto, colui che sente e ciò che è sentito. Così, quando smettiamo di pensare, scopriamo di trovarci in un eterno qui e ora. È da Dharana, ovvero dalla capacità di concentrarci e di so-stare, che emerge l’esplorazione del corpo, del respiro, della mente e degli stati superiori.
OSSERVAZIONE. Stare e rimanere con i nostri sensi ci permette di lasciar andare le nostre predisposizioni nei confronti dell’attaccamento e dell’avversione. Spariscono, così, gli ingombri mentali, e si crea un’attenzione non giudicante e non invasa da preoccupazioni, aspettative, rimpianti e sensi di colpa, ma un puro esserci, essere testimoni di ciò che sta succedendo. Lo yoga aiuta molto ad osservare ciò che accade nel nostro corpo e a riconoscere ciò che ci attraversa. Quando nella pratica percepiamo qualcosa di piacevole o spiacevole, rimaniamo, per osservare e usare questa emozione per conoscerci più a fondo. Se riusciamo a diventare osservatori-osservatrici attenti di noi stessi, delle nostre emozioni e dei nostri pensieri, guardandoli fluire come fossero nuvole passeggere, non saremo più in balia di essi.
PAZIENZA. Lo yoga consente di intervenire sul proprio scenario interiore “passo dopo passo”, con piccoli obiettivi quotidiani. Un corpo non allenato, infatti, non può saltare le fasi di addestramento per arrivare a una certa postura, ma deve passare tramite varianti semplificate, che costituiscono strade fornite al corpo per adattarsi a pratiche più difficili. Questo insegna la virtù della pazienza e l’abilità di focalizzarsi più sul processo che sull’obiettivo. Se intrapresa nel modo corretto, pertanto, la pratica dà la possibilità di scoprire quanto in effetti sia più interessante il viaggio che si compie per arrivare a una postura, rispetto a un’ideale meta finale. Non essere attaccati al risultato, però, comporta comunque un impegno (sadhana) quotidiano, sincero e costante. Lo sforzo e la tenacia necessari per praticare incrementano la capacità di resilienza, ovvero la capacità di resistere, non solo con un atto di forza, ma anche con un atto di creatività, adattandosi in maniera creativa alle sfide della vita.
STABILITA’. Man mano che il corpo diventa più flessibile, con la pratica regolare, posizioni che sembravano impossibili diventano facili da eseguire e si sviluppano stabilità e grazia del movimento. La consapevolezza dei pensieri che si manifestano nella mente induce pace, equilibrio e unidirezionalità che, a loro volta, po1rtano armonia nel corpo fisico. Quando il corpo riesce a mantenere confortevolmente una posizione, la mente diviene calma e offre una base salda per conoscere meglio sé stessi. Col tempo, la stabilità trovata attraverso un Asana viene portata anche nella vita quotidiana. Stabilità non significa fissarsi in un luogo, in una cultura o in un terreno, ma significa avere radici tali da potersi radicare sulla roccia, nel deserto o nel terreno più fertile. Stabile è colui che è capace di “stare” negli sconvolgimenti della vita.
SENSIBILITA’. Tramite l’ascolto e l’osservazione, realizzate nel silenzio e nella sosta in se stessi, lo yoga stabilisce una connessione più profonda e articolata con il nostro mondo interiore ed esteriore. Il dialogo, l’interazione propriocettiva con il corpo, apre e rende più sensibili, non solo nei confronti delle persone intorno a noi, ma anche rispetto a tutte le creature viventi che ci circondano, gli animali, le piante, e l’intero pianeta Terra. La pratica è il carburante per uscire dall’isolamento e aprirsi a una connessione basata sulla compassione, l’amore e la gioia condivisa.
FIDUCIA. Con la pratica regolare, la delicata apertura del cuore data dalla sensibilità si fa sempre più coraggiosa. L’affidarsi ad un sentire particolare permette lo scaturire di una grande forza, proveniente dalla stabilità del nostro centro.Attraverso la pratica yoga si libera il potenziale dell’energia assopita e se ne può fare esperienza nella forma di una crescente fiducia in ogni campo della vita. Stare in relazione con noi stessi cambia il nostro sentire, impariamo ogni volta di più ad accogliere quel che c’è in noi. E quando il nostro vissuto si avvicina a verità interiori, si è più disponibili a stare e ritornare più volte fiduciosi e generosi con noi stessi e con gli altri. Se non avessimo fede in noi stessi, come potremmo seguire la disciplina yoga? Come potremmo ricorrere a una pratica che mette in prima persona noi stessi, il nostro corpo, il nostro respiro, la nostra mente?
CONOSCENZA DI SE’. Lo yoga ci insegna a conoscere prima di tutto il nostro corpo, strumento apparentemente così semplice e nello stesso momento così sconosciuto. E ci insegna a conoscerlo non solo attraverso le sue potenzialità, ma soprattutto attraverso i suoi limiti, le sue rigidezze, i suoi aspetti solari-maschili e lunari-femminili. Tramite le Asana il corpo cambia continuamente forma, passando da stadi “animali” a stadi umani e addirittura “divini”, permettendoci di assumere quella determinata forma e di risvegliarne l’energia ancestrale latente in noi stessi, che lo yoga porta a ri-conoscere. Stabilire un rapporto di chiarezza nei confronti del corpo è il punto di partenza imprescindibile per la comprensione di chi siamo veramente, di che cosa vogliamo e di dove vogliamo andare. La pratica yoga, infatti, è uno straordinario strumento per imparare ad avere una reale percezione di se stessi, è un’educazione alla presa di coscienza che può aiutare, nel cammino dell’esistenza, a prendere decisioni sempre più consone alla nostra natura essenziale.
Gli insegnamenti dello yoga, ovviamente, non sono solo questi. Ce ne sono molti altri, ma ognuno potrà sperimentarli solo facendo pratica. L’insegnamento diventa tale solo grazie all’esperienza diretta, diventando così parte di noi.
E a voi?
Cosa ha insegnato e continua a insegnare lo yoga?
Scritto da Bianca Pasquinelli.
BIBLIOGRAFIA:
- Swami Satyananda Saraswati, Asana Pranayama Mudra Bandha, Yoga Publications Trust, Munger, Bihar, India, 2015.
- Gabriella Cella Al-Chamali, Il grande libro dello yoga, Rizzoli, Milano 2018.
- Alan Watts, Le filosofie dell’Asia, Mondadori, Milano 1996.
- Federico Squarcini e Luca Mori, Introduzione allo yoga. Filosofia, disciplina, stile di vita, RCS MediaGroup, Milano 2017 [uscito in allegato al Corriere della Sera].
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